Insieme è meglio che da soli


Quanto può essere complesso lo stare insieme. Quanto è fondamentale. Spaltro sostiene lancinantemente che “insieme è meglio che da soli”, così, come legge universale, assoluta, che non lascia spazio a opposizioni o ricerche di eccezioni. Dall’alto è così, solo dall’alto. Da un po’ più giù possono entrare a far parte con tutta la loro forza le innumerevoli questioni umane che spezzettano questa legge da punti di vista ugualmente innumerevoli.

Se da un lato è difatti tanto inoppugnabile sostenere e sentire quanto sia meglio insieme che da soli come ancorati saldamente ad un istinto che prima di tutto alza la sua voce ancestrale e che appunto è originato da questa certezza, dall’altro è così inevitabile come da subito esistano tutti quei luoghi di esperienza anche interiore dove ad alzare la voce è quell’individualità tanto umana che veste immediatamente l’esperienza stessa della vita. E allora è così vero e frequente come da soli sia talvolta l’unico modo per sentirsi. Meglio, peggio, questa è un’altra questione. Dall’alto capeggia la legge “insieme è meglio che da soli", e dall’altezza invece della vita che viviamo c’impieghiamo tuttavia in quel da soli che ci rapisce in mezzo a tutto. La psicopatologia stessa si smatassa attorno a tutte quelle manifestazioni dove diviene doloroso e disagiato non riuscire a stare insieme, agli altri come a tutte le sfaccettature del nostro mondo interno. L’uno lo specchio dell’altro, causa ed effetto nel medesimo luogo e nello stesso istante: stare insieme agli altri come a tutte le sfaccettature del nostro mondo interno, dentro e fuori contemporaneamente e senza distinzione. Dentro e fuori di che cosa però?

Se quindi accettiamo che l’insieme è comunque qualcosa di migliore del da soli dobbiamo farlo senza ingabbiarci nella questione successiva dove cioè va concepita la questione da un punto di vista onnicomprensivo, dove la vita con le altre persone è insieme alla vita con il proprio mondo interno. Nell’insieme c’è la partecipazione, l’Io Tu, il fare parte, il Noi. Nel da soli l’astenersi, l’Io Esso, il togliersi, l’ego.

Insieme è meglio che da soli. Partecipare è migliore che astenersi. Essere a partecipare e essere ad astenersi, compiere queste azioni in che cosa? Dicevamo, infatti, dentro e fuori di che cosa?

Li ha fatti un uomo
e li ha plasmati uno che ha avuto in prestito lo spirito:
nessun uomo infatti può plasmare un dio simile a sé. 
(Sap 15-16)