Il bambino del palazzo del Dragone

(Tuhfatu' l-ahrar)

"Molto tempo fa, in un lontano paese, viveva un povero venditore di fiori. Ogni mattina, molto presto, andava alla montagna e raccoglieva dei grandi mazzi di fiori, poi scendeva a valle e attraversava un fiume per raggiungere la città dove vendeva il suo raccolto. Ogni sera, quando tornava alla sua capanna e passava di nuovo il fiume, abbandonava sulla superficie dell’acqua del fiume i mazzi che non aveva potuto vendere.
Un giorno, mentre andava in città, si trovò nell’incapacità di attraversare il solito fiume. Il livello delle sue acque era salito molto a seguito di grandi piogge ed esso si era trasformato in un torrente violento e impossibile da attraversare. Il pover’uomo non sapeva che fare. Rimase molto in silenzio, quando si accorse di una tartaruga che nuotava sulla superficie. Venne proprio per incontrarlo e offrirgli il suo aiuto. Si aggrappò così al dorso della tartaruga ed essa si tuffò nelle profondità del fiume.

Dopo un breve viaggio si vide così arrivare ad uno strano palazzo. Il palazzo del dragone, il maestro delle acque. Qui lo attendeva una bellissima principessa. La principessa ringraziò il venditore per i fiori che ogni giorno l’acqua le portava. Gli offrì una grande cena al suono di delicate melodie. I pesci danzarono per lui e il pover’uomo, incantato dalla spettacolo, dimenticava il passare del tempo. Alcune ore più tardi, pieno e felice, decise ch’era tempo di tornare a casa e volle salutare la principessa. La principessa fece portarsi un piccolo bambino poveramente vestito e lo presentò all’uomo dicendogli: “Gentile fioraio, vegli su questo bambino quando sarà tornato alla sua casa e in cambio lui esaudirà ogni suo desiderio.” L’uomo tornò a casa e, accompagnato dal bambino, si rese conto della povertà della sua capanna. Ricordando le parole della principessa domandò al bambino di dargli una dimora più lussuosa. Il bambino battè tre volte le mani e trasformò la capanna in un palazzo meraviglioso.

Il tempo passava e l’uomo sempre più dimenticava le sue umili origini. Senza fermarsi domandava al bambino un palazzo sempre più grande e più bello fino a strabordare di ricchezze. A tal punto che l’uomo, offeso dagli abiti che il bambino si ostinava a portare, gli ordinò di vestire di ricchi abiti convenienti al luogo.

Il bambino rispose che era felice con i suoi e rifiutò. Quando l’altro fu convinto di possedere tutto ciò che desiderava suggerì al bambino di tornarsene da dove era venuto. Egli rifiutò, ma l’uomo fu talmente contrariato che lo lasciò prendere dalla corrente del fiume. Sollevato di essersi potuto sbarazzare di lui, l’uomo tornò al suo palazzo ma al suo posto trovò solo un’umile capanna e si ritrovò vestito come il povero venditore di fiori che era stato molto tempo fa.

Scosso comprese il suo errore e corse al fiume per richiamare il bambino.
Ma lui già era sparito."

Racconto della Tradizione