Il mistero delle Essenze

(Pierre Auguste Renoir)

Non intendo in questo articolo parlare delle “essenze” che i profumieri distillano da piante e fiori, con processi assai delicati che un tempo furono affidati all’arte regale e sacerdotale, e in seguito ai maghi e agli alchimisti: parlerò delle Essenze da cui è scaturita la creazione e la sorreggono nella più complicata totalità della sua manifestazione, parliamo di quelle “ Essenze pure” che promanano misteriosamente, dalla profondità dell’Essere, dalla luce senza ombra del Creatore. Nulla è più magico di un profumo, di una essenza distillata da una pianta o da un fiore. La potenza magica dei profumi, se applicata con scopi ben determinati, è ineguagliabile. Se, per ipotesi, la nostra evoluzione, sia pure soltanto psichica che si ottiene, fino a un certo grado, attraverso esercizi e pratiche speciali, ci consente di distinguere con una inconfondibile sicurezza la luce “fisica” dalla “luce astrale”; se è possibile, con eguale sicurezza, discernere la gamma luminosa dall’infrarosso da quella dell’ultravioletto, non è altrettanto facile poter distinguere un profumo astrale da un profumo fisico. 
Quale mistero si nasconde nel cuore di una essenza odorosa? Quali sono le leggi che governano i suoi poteri, le sue manifestazioni? Nel profumo sembra che i due poli, se così si possono chiamare la materia e lo spirito, siano sostanzialmente fusi. Sembra che la sostanza divina si manifesti in tutta la sua intensità nella essenza odorosa rendendosi presente, sebbene impalpabile ed inafferrabile, come una musica trascendentale. I libri sacri dell’antico mondo, di qualsiasi religione, sono densi di fatti in cui uomini vissuti santamente hanno promanato dalla loro persona i più soavi profumi. Sono fatti storicamente noti anche oggi e molti hanno potuto sperimentare, anche a grandi distanze, la presenza spirituale di uomini santi che spandono, col loro pensiero, la loro stessa “aura” profumata. Questi fatti, che gli occultisti conoscono bene, non sono frutto di una suggestione collettiva e individuale, ma rappresentano una realtà viva e vivificante. 

Lo spirito umano nella sua “essenza” sembra manifestarsi attraverso una vibrazione odorosa ed ognuno di noi come ognuno ha un nome, ha una sua intensità vibratoria che è propria, inconfondibile, che è una e unica e vibra in sintonia col ritmo dell’Essenza primordiale da cui l’Essere è scaturito. La distillazione delle sostanze odorose un tempo rappresentava un vero e proprio processo di purificazione che gli iniziati dovevano necessariamente compiere in loro stessi. Una trasformazione interiore graduale che veniva seguita, pari passo, con i gradi “vibratori” della distillazione dei profumi e delle stesse “fumigazioni”, diverse tra loro da un “grado” all’altro. Quando le scuole iniziatiche caddero nell’abbandono e le antiche formule finirono in mani profane a seguito del crollo delle antiche religioni, sorsero la magia e l’alchimia come noi oggi le conosciamo. 

Furono e restano due espressioni della stessa follia. 

Dimenticato il vero senso e il vero significato del processo di trasmutazione e di distillazione, applicate le antiche prescrizioni nel senso più esoterico, i maghi e gli alchimisti, risorti nell’oscurità del nostro Medio Evo, si diedero a distillare piante, fiori e frutti, per ricercare un impossibile “elisir” di lunga vita e fondere metalli per fabbricare l’oro, a scoprire “la pietra di paragone” che avrebbe dovuto trasformare il volto del mondo. Come esiste la realtà del bene e del male così esistono le essenze benefiche e malefiche, i profumi soavi e le emanazioni fetide, quelli vitalizzanti e quelli mortali. Ogni essenza ha una sua caratteristica, ogni profumo una sua vibrazione e il suo effetto particolare. Sta all’uomo conoscerne il segreto ed applicarne la potenza. Egli deve prima distillare da sè medesimo e filtrare attraverso l’anima le potenze inferiori, armonizzarsi con la vibrazione della propria essenza archetipica per ritrovarsi immerso nel ritmico mare dell’infinito. 

Il profumo sembra fondere in se stesso il materiale e l’immateriale. Agisce dall’esterno ma giunge a manifestarsi soltanto attraverso la profondità dell’anima che sembra toccare come per incanto. E agisce dall’interno, contemporaneamente, per influenzare all’esterno con la sua “aura” radiante tutto ciò che vibra in sincronia col suo “ritmo”. Le essenze collegano, più che ogni altra forza, il microcosmo col macrocosmo: il cielo, in virtù di un certo profumo, avvicina gli astri aumentando, od attenuando, la loro azione. Ben lo sapevano gli antichi astrologi che ad ogni costellazione, ad ogni Pianeta, attribuivano un particolare profumo tanto che lo loro astrologia esoterica era una vera e propria alchimia astrale. L’esperienza psicologica occulta dei nostri tempi ci insegna che fra le proprietà magiche dei profumi e delle essenze odorose ve ne sono talune che attraggono, altre che respingono ed è su questo principio fondamentale che tutta la magia delle essenze fonda la sua dottrina. 

Tutto, nel creato, è sorretto da una misteriosa legge di reciprocità, tutto è soggetto ad una dualità di forze che tendono ad equilibrarsi. Tutto, però, può procedere unilateralmente, in un senso o nel suo opposto, se l’essere umano non è accorto e non guarda all’equilibrio della vita universale. Se al mondo vegetale si può attribuire un mistero vivo e palpabile, questo mistero è da ricercare nell’ aura delle piante. L’Aura è un’irradiazione, sotto certi aspetti, assume i caratteri e la sostanza del magnetismo. Se pensiamo ad una calamita ad esempio: la parte calamitata di un ferro o di un ago, esercita la sua forza di attrazione anche ad una certa distanza dal corpo calamitato. Ciò dimostra che esiste una vera e propria irradiazione di magnetismo. Questa irradiazione sarebbe l’ aura di una calamita, simile all’aura delle piante. 

Tutto ciò che esiste in natura si manifesta come una calamita: tutto ha un’aura particolare dotata di caratteristiche individuali, che si accentuano sempre più risalendo la scala dei valori nel quadro della evoluzione, fino a quelli umani e a quelli super-umani del “piano angelico e divino”. Il regno vegetale emana una fortissima influenza e alla pianta, o all’albero, vi si attribuì sempre qualcosa di sacro e di magico. Le diverse specie di piante variano assai notevolmente negli effetti che producono questi effetti sono irradiati all’intorno, costantemente, dalla loro stessa “aura”. 

Chiunque sia dotato di una vista astrale afferma che i fiori gioiscono dell’ammirazione e delle cure amorevoli ricevute, come si trattasse di un qualsiasi essere vivente. Un grande albero, che cresce lentamente ed ha una lunga vita e un’ aura assai intensa e potente, è capace di stringere affetto con gli uomini, con le cose, con l’ambiente naturale in cui si trova. La pianta, e soprattutto l’albero, ha veramente qualcosa di magico: risalendo dalle profondità della terra, ove si era immerso, e protendendosi verso il cielo, impersona, in se stesso, con una eleganza e una potenza ineguagliabili, l’anelito dell’anima umana protesa verso orizzonti più puri ed elevati.