Ricordiamoci di ringraziarli


Quella notte dormendo ero a chiedermi cosa regge l'umanità, chi o cosa sia a sostenere il peso di tutte le gole dell'uomo, di tutta l'arroganza, la superbia. E siamo così intrisi di un ordine che ci stuzzica negli eccessi e non riusciamo a mantenerlo. La vita è una, per lo meno finchè siamo in questa di vita con questo corpo questi sentimenti, con questi affetti e coi desideri grandi, con quello soprattutto di non buttarla via questa Vita..

E allora quella notte, così pensando, ho deciso di svegliarmi prima dell'alba, sì perché volevo essere sveglio quando pian piano arrivava la Luce e il Calore. Calcando questo ben preciso (finalmente) stato d'animo, di anima impura che prima della luce trattiene per qualche istante un'umiltà con tanto sforzo e apprezzabile impegno, mi sono letto del "diluvio universale". Mentre la mia tisana mattutina solevasi preparare ho letto di questo Dio che era indignato della violenza dell'uomo, quasi pentito di averlo innescato alla vita per non parlare poi di quanto già n'era stato deluso in quel bel giardino dove c'era il maschio assieme alla femmina, il giardino di tutti gli uomini di tutti i giardini di tutti i frutti di tutte le scelte e di tutte le conoscenze. Ho letto dunque che irritato e indignato sceglie tuttavia di fare un altro tentativo spinto dall'amore di un certo Noè e delle persone a cui voleva bene, una famiglia giusta onesta e umile, luminosa e piena di carità.

Ho continuato a leggere gli ordini misericordiosi di questo Dio che impartisce le regole a Noè per salvarsi, se lui farà come il Dio gli dice si salverà, salverà le persone che ama e tutti gli esseri mondi della terra che serviranno a ripartire, perché la Creazione è bella e non può fare schifo solo perché quell'uomo attorno a Noè era tanto ingordo e senza misura, violento, accecato, affettato e pure addormentato, ad occhi aperti il chè è ancora peggio. Intanto la tisana è pronta, la luce pian piano bussa, è l'ora, nasce così una nuova giornata "se Dio vuole.." Chiudo questo libro rosso mentre finisco di bere ed esco ad ammirare nel silenzio questo parto delicato un pò soffuso con un tremito in più nel petto, al centro proprio. Faccio due passi tra i lecci in questo luogo sacro e sento chiamarmi da un canto bellissimo e leggero, pienamente dedito a quel Dio che spinge Noè a ripartire per qualcosa di migliore. Il mondo è retto da questo canto, da quello che è qui e chissà anche quanto lontano da qui in qualche monastero a Oriente, su qualche duna del deserto, in un igloo come in cima alle montagne del Perù e ancora.. Il mondo è retto dalla preghiera, ricordiamoci di ringraziarli questi cantori, dovremmo sempre farlo.