Il crollo della mente bicamerale

(Edvard Munch)

Una poesia fantastica che ti prende per mano nelle prime pagine, e ti avvolge fino a toglierti il respiro nelle ultime. Un brivido continuo, una sinfonia eterna. Un libro rivoluzionario. L’idea che muove tutta l’opera è che la coscienza sia nata, nell’uomo, dopo il linguaggio. Ipotesi difficilissima da dimostrare ma una volta formulata, è possibile ripercorrere a ritroso tutta la storia dell’umanità alla ricerca di indizi che possano confermare questa supposizione. Sulle prime ero molto scettico, ed i primi capitoli del libro mi sembravano più uno scioglilingua o un gioco di paradossi. Ad un certo punto però, e con una forza devastante, sono sparite tutte le incertezze ed è stato bellissimo rileggere la nostra storia alla luce di questa incredibile ricostruzione. Al pari di Galileo, di Bruno, di Tesla, Jaynes ha compiuto una operazione semplicissima: ha provato ad immaginare le cose in maniera diversa dal senso comune. Leggendo le sue ipotesi e le sue conclusioni, ci si imbatte nel classico “già, che stupido come ho fatto a non pensarci”...come per gli elefanti di Annibale.

(continua..)

appunti di Nicola Sereni