"Ma davvero per uscire di prigione"

"Ma davvero per uscire di prigione
bisogna conoscere il legno della porta,
la lega delle sbarre, stabilire l'esatta
gradazione del colore? A diventare
così grandi esperti, si corre il rischio
che poi ci si affezioni. Se vuoi uscire
davvero di prigione, esci subito,
magari con la voce, diventa una canzone."

(Patrizia Cavalli, da 'L'io singolare proprio mio')

Sì, a diventare così grandi esperti si rischia di affezionarsi al 'sapere', al 'conoscere' e di conseguenza si rischia di perdere quel nucleo d'energia che ci diceva e fioco continua a dire: "voglio uscire di prigione!". Spesso la prigione diviene la casa e senza neppure grande consapevolezza di questo ci dilettiamo ad arredarla con tanto garbo e passione. La direttività delle parole di Patrizia Cavalli dice: "Se vuoi uscire di prigione, esci subito, magari con la voce, diventa una canzone". Come dire, se vuoi star bene diventa colui che vuole stare bene, diventa quello che sei e che ti chiedi in questo momento, diventa ciò che Tu vuoi diventare, diventa la rabbia, diventa la gioia, diventa la vergogna, è l'organismo che con una incommensurabile saggezza sa quello di cui ora hai bisogno..esprimi! se proprio l'agito o il passaggio all'azione non sta in piedi col rapporto ambientale, esprimi, diventa un movimento, una posizione, una ricetta culinaria, una danza, una frase, uno sguardo, una canzone..cantala a chi vuoi e non dimenticarti di te. Ascoltati! suggeriscono quelle parole. Ed è fascinoso vedere come questa poesia esprime con ammutolente verità il nucleo di tutto quello che avviene in Gestalt, ad esempio in un gruppo dove tante persone magari scalze e ammassate su un tappeto e cuscini, messe un pò qua e un pò la come loro vogliono, si aiutano e si spingono a gridare, cantare, a piangere, a crearsi! ..come in uno spazio dove il limite è sempre deciso dalla persona stessa e dal suo vivere gli altri: libertà, responsabilità, espressività. Vuoi capire perchè sei così? No, diventalo prima di tutto, magari amplificalo..come sei? Per-che sei? Che senti ad esserlo qui in questo momento? Guardati intorno, sei così in mezzo agli altri, che puoi fare? E via verso una presa di consapevolezza sempre nuova e rivelatrice di movimenti.

Grazie alla poetessa Cavalli, grazie da parte mia a Samuele (così gli piace essere chiamato) che un pomeriggio di fine agosto mi ha riempito l'anima con le parole delle sue poesie, e guarda il caso stavo andandomene in treno proprio ad un seminario di Gestalt a Roma! Samuele ha avuto l'impertinente passo per coinvolgermi in chiacchere da compartimento in InterCity. Oggi trasporto i miei libri della Cavalli un pò ovunque, leggo ogni tanto La Guardiana con una piuma rovente contemporaneamente nel petto e nelle viscere.. mi ricorda l'amore, quello che inseguivo e che inseguirò come un predatore, che invade e col quale voglio camminare, che ha la grazia d'una Fata e la saggezza della Natura, il colore delle viole prima della Primavera, lo spazio del divenire, l'irriverenza d'una Primula.. E questo vale per me verso l'altro e, riaffidandomi alla Gestalt, verso quell'io con cui convivo.



Patrizia Cavalli vive a Roma, è nata a Todi nel 1947